Lo scorso weekend ho seguito ” La Via degli Acquedotti “, un percorso che collega il centro di Lucca a Piazza dei Miracoli a Pisa.

Seguendo l’antico acquedotto del Nottolini, poi il rio San Quirico e infine l’acquedotto Mediceo della parte pisana si compie tutto il tragitto delle acque che servono le due città toscane. Si tratta di un percorso di 25 km di lunghezza con un doppio saliscendi di circa 700 mt. di altitudine che molti, come noi, decidono di dividere in due tappe, intervallate da una notte nel paesino di Vorno.

LA STORIA DEGLI ACQUEDOTTI

L‘acquedotto Nottolini, così chiamato per via del suo costruttore, risale al 1833 e ancora oggi si presenta integro a parte l’interruzione resa necessaria dal passaggio dell’autostrada. Voluto per l’approvvigionamento d’acqua utile al centro di Lucca esso rimase in attività fino in epoca fascista.
Oggi rimane uno dei monumenti più interessanti della zona, nonostante non sia più in uso, ed è lungo 3,2 km.

Dall’altra parte del monte, a Pisa, sorge invece già dal 500 un acquedotto voluto dalla famiglia De Medici per l’approvvigionamento delle fontane della città. E’ l’Acquedotto Mediceo che parte dalla Valle delle Fonti presso Asciano e continua per 6 km fino alle mura principali della città.
E’ purtroppo in cattivo stato di conservazione, soprattutto se paragonato al precedente, e presenta numerosi archi pericolanti e puntellati per la sicurezza di chi percorre il percorso di fianco ad esso.

via degli acquedotti

LA VIA DEGLI ACQUEDOTTI: UN PERCORSO DI DIFFICOLTA’ MEDIO ALTA

Prima di intraprendere questo weekend dedicato al trekking, io e mio marito ci siamo ampiamente informati sulle difficoltà e sulla tecnicità di questo percorso.
In numerosi siti e blog dedicati abbiamo letto che si trattava di una piacevole passeggiata che (cito testualmente) “si fa senza particolare allenamento in un giorno solo o in un fine settimana”. Bene, posso dirvi che non è così.

PERCORSO DA LUCCA A VORNO

La prima parte della Via degli Acquedotti è sicuramente molto gradevole. Partiamo da Lucca e camminiamo in piano per alcuni km sotto gli archi dell’Acquedotto fino a raggiungere la cisterna del Tempietto di Guamo dove l’acqua veniva purificata prima di essere convogliata verso la città.
Numerose sono le fontanelle che si trovano in questo tratto pianeggiante. Avremmo dovuto farne scorta perché, nonostante quel che raccontano su altri blog, dopo non ne abbiamo trovate più.

Vallata delle Parole d'oro

Saliamo, senza particolare sforzo, verso la vallata delle “Parole d’Oro”: un luogo piacevolissimo dove stendersi sull’erba e godersi il suono delle cascatelle del rio che lo attraversa. Il nome deriva dalle iscrizioni sul ponte che paiono essere fatte d’oro, mentre in realtà sono d’ottone estremamente riflettente.

Salendo ancora lungo il largo sentiero battuto raggiungiamo la sommità della collina, sulla Gallonzora, camminando in mezzo al bosco e godendo della vista dall’alto di Lucca.

Scendendo quindi di circa un km eccoci a Vorno, un grazioso paesino di vallata che poco presenta se non una pieve, una serie di ville antiche e qualche ristorante di tipica cucina toscana.

VORNO

Arriviamo a Vorno nel pomeriggio, dopo circa 4 ore di lenta e piacevole passeggiata.

Soggiorniamo per la notte nel B&B Art Gallery, recentissimamente ristrutturato e completo di tutti i confort necessari, non prima però di aver messo qualcosa sotto ai denti.
Scegliamo il vicinissimo ristorante “Il Bimbotto”, molto frequentato anche dai lucchesi che vengono qui per mangiare la cucina tipica. E’ un locale presente da più di 5 generazioni, sempre in questa antica casa di famiglia che ha il sapore delle case di campagna di una volta. Mangiamo benissimo e veniamo tanto coccolati dalle cameriere e dal proprietario che ci fa anche assaggiare l’olio dei loro ulivi. Buonissimo!

PERCORSO DA VORNO A PISA

La giornata successiva ci alziamo di buon’ora per riprendere la la Via degli Acquedotti verso Pisa. Sappiamo che ci aspetterà all’incirca un percorso di 5 ore, con alcune salite, ma dalle recensioni ben segnalato e “privo di difficoltà tecniche”.

Il primo ostacolo lo troviamo appena fuori da Vorno: il percorso segnala una svolta a sinistra dalla strada principale e poi una a destra verso un cancello di una proprietà privata. Come è possibile? Non si può entrare.
Continuiamo diritti lungo il sentiero battuto, credendo di fare una minima deviazione e tenendo la direzione di Pisa. Dopo più di 1 km in salita ci rendiamo conto di aver sbagliato e di dover tornare indietro.

Mappa via degli acquedotti

Ritorniamo a fianco di quel cancello privato e notiamo con la coda dell’occhio le indicazione del sentiero CAI 124, che si inerpica su per il monte tra massi e gradoni bagnati dalle acque che sgorgano. Alla faccia del ben segnalato!

Cominciamo la salita, già stremati da quella appena fatta inutilmente, e ci addentriamo nel bosco tra castagni e acque sorgenti. Tutto molto bello ma anche molto stancante. Salire su massi, cercare di individuare il percorso tra un guado e l’altro, rischiare di cadere continuamente per le ripidissime salite non ci sembra affatto quel che avevano descritto su internet. Speriamo che finisca presto… e continuiamo verso Campo di Croce.

Dopo due ore di salita incontriamo finalmente un altro escursionista (il primo di tutta la giornata) che però sta scendendo verso valle. “Quanto manca alla cima?” chiediamo “Almeno un’altra ora buona”. Ma come? Stiamo salendo da ore e ancora non abbiamo finito? Alla faccia della passeggiata senza necessità di allenamento!

Ve la tengo breve: arriviamo a Campo di Croce dopo altre due ore, affaticati e senza più nessuna voglia di continuare.
La fortuna ci assiste e ci fa incontrare un signore del luogo in bici da trial che ci da indicazioni e poi, vedendoci un po’ spaesati ci propone: “Scendete in paese a Calci, che è la via più breve, vi carico in auto e vi porto a Pisa”.

vicino a campo di croce

Ci sembra la migliore delle offerte. Mancherebbero ancora almeno altri 8 km di strada, in discesa e in piano è vero, ma con le gambe stanche che ci troviamo e con l’orologio che ci ticchetta al polso, abbiamo paura di non farcela.
Accettiamo volentieri e dopo un’ulteriore camminata di alcuni km ci ritroviamo a Pisa nel giro di due ore.

PISA

L’arrivo a Piazza dei Miracoli è indubbiamente esaltante. Siamo molto stanchi e le gambe fanno malissimo, ma ci spingiamo a vedere il Duomo e la Torre da vicino.

Un luogo bellissimo, dove tanti scelgono giustamente di sdraiarsi al sole per goderne a pieno. Noi evitiamo: se ci sediamo abbiamo paura di non alzarci più. Vorremmo vedere altro, fotografare di più, ma decidiamo di tornare in fretta a Lucca. Ci manca ancora il tragitto in treno e le quasi 2 ore per tornare a Bologna…

LA VIA DEGLI ACQUEDOTTI: COSA NE PENSO

In conclusione io questa Via degli Acquedotti non l’ho davvero terminata. Purtroppo mi sono fidata di quel che ho trovato scritto su blog dedicati al trekking che la descrivevano come una passeggiata assolutamente tranquilla e affrontabile da chiunque. Invece mi sono trovata molto in difficoltà.
Terreni scoscesi, che richiedevano scarpe adatte e allenamento tecnico, percorsi non sempre ben segnalati e a tratti incomprensibili, per chi non conosce i segnali dell’escursionismo di montagna, e soprattutto tanta, tanta ripida salita.

Credo che si dovrebbe fare più attenzione nel raccontare su un pagina internet di esperienze di questo tipo. Non si può mai sapere chi ci leggerà dietro allo schermo e bisognerebbe sempre esser onesti.
Non c’è nulla di male nel dire: è un percorso che ho trovato facile perché sono un’escursionista abituale. Magari può essere di difficoltà più elevata per chi invece intende intraprenderlo come trekking domenicale.
Dico questo perché ho trovato a tratti rischioso questo percorso e per nulla in linea con il mio desiderio di camminata rilassante. Ho faticato molto, ho strapazzato il mio corpo oltre il limite e ne ho pagato le conseguenze. Con questo non voglio dire che per altri non sia veramente solo una passeggiata… solo, cerchiamo di contestualizzare i pareri che diamo a chi ci legge.

acquedotto del nottolini

LA VIA DEGLI ACQUEDOTTI: SI O NO?

Parlo a chi, come me, non è un’escursionista appassionato. Da viaggiatrice per nulla dedita al trekking ma con la voglia di passare alcune ora primaverile in mezzo alla natura.
Il percorso è molto bello, soprattutto nella prima parte che da Lucca arriva alle Parole d’Oro. Nessuna particolare difficoltà, panorami splendidi e la possibilità di godere del fresco sollazzo del torrente sui prati soleggiati tra gli alberi.

Carino anche arrivare fino a Vorno, salendo un po’ ma su sentieri battuti e frequentati da tanti camminatori per vedere anche la vallata oltre il Rio di San Quirico.

Vi sconsiglio invece la seconda parte del percorso, soprattutto la salita del monte percorrendo la via Calcesana (la ex via Francigena) lungo il sentiero CAI 124. Necessita di preparazione tecnica, di allenamento e di resistenza a sforzi prolungati.
Noi non abbiamo incontrato praticamente nessuno nel tragitto e non c’è alcun centro abitato o luogo di ristoro.

Forse migliore potrebbe essere seguire l’acquedotto pisano, anch’esso completamente in pari, fino alla città. Un percorso fattibile anche in sella ad una city bike a partire da Asciano verso il centro di Pisa.

E voi, l’avete mai fatto questo percorso? Cosa ne pensate?

Author

Bolognese doc, amante della musica rock, gattara da tutta la vita e innamorata del mare in tutte le sue forme. Dopotutto sono un segno d'acqua e come tale combatto da sempre tra il desiderio di scoprire il mondo e il bisogno di stabilità. Mete preferite? Gli Stati Uniti e il Nord Europa. Rigorosamente on the road.

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