Il nostro viaggio alla scoperta del Vietnam del Sud ha inizio dalla sua capitale commerciale: Ho Chi Min, quella che fino al 1976, alla fine della Guerra del Vietnam, si chiamava Saigon.

Già prima di partire sapevamo che sarebbe stato un viaggio nella storia, oltre che in un Paese lontano. Storia che è solo un lontano ricordo di quando eravamo sui banchi di scuola… alla fine dell’ultimo quadrimestre eravamo obbligati a studiare qualche paragrafo sulla guerra del Vietnam (non so se anche per voi è stato così!)… un ricordo offuscato dai decenni trascorsi!

HO CHI MIN: SIAMO IN FRANCIA O IN ASIA?

Essendo Ho Chi Min una metropoli grandissima, ci limitiamo alla zona “turistica”, quella attorno alla via Don Khoi...ecco appunto TROPPO turistica, ormai mi conoscete!
I centri commerciali super-moderni a più piani non destano il mio interesse: li osservo e passo oltre….

Tutto attorno sono visibili i segni della colonizzazione Francese. Non a caso Saigon era detta la “Parigi d’Oriente”: alberghi lussuosi, negozi eleganti, la cattedrale ottocentesca di Notre Dame, che per un attimo ci fa dimenticare di essere in Vietnam, e pure l’adiacente Ufficio Postale costruito seguendo il progetto di niente meno che Gustave Eiffel!

DENTRO IL PALAZZO DELLA RIUNIFICAZIONE

Proseguiamo con il giro a quella che si rivelerà essere la più emozionante visita fatta ad Ho Chi Min: il Palazzo della Riunificazione. Dall’esterno si presenta come un ordinario esempio di architettura vietnamita degli anni ’70, ma in realtà questo palazzo è un simbolo della storia del Paese. La fotografia dell’abbattimento dei suoi cancelli da parte di un carro armato Nord Vietnamita, nel 1975, è l’emblema della riunificazione.

Proprio per questo al suo interno nulla è stato cambiato da quel lontano 1975: ai piani superiori troviamo sale da ricevimento sontuosamente arredate, è in questi saloni che il Presidente del Vietnam del Sud incontrava sovrani e capi di stato. Nella Sala delle Conferenze il 21 aprile 1975 il Presidente Thieu, ha comunicato il ritiro dalla guerra degli Americani (una settimana dopo, il 30 aprile 1975, sarà dichiarata la sconfitta del Vietnam del Sud e l’unificazione del Paese).

IL BUNKER DEL PALAZZO

Nel seminterrato, il Bunker. Anche qui il tempo sembra essersi fermato: telefoni, scrivanie, armadi… sono rimaste appese anche le cartine su cui i comandanti delle truppe del Sud segnavano gli spostamenti dei Vietcong e le loro presunte “basi”.

Sarà che fortunatamente ci sono pochi turisti, sarà il caldo soffocante (solo qua e là c’è qualche ventilatore che non fa altro che muovere aria bollente), sarà che ovunque cada lo sguardo arredamento e oggetti riportano a 40 anni fa, sarà il pensiero della fine che hanno fatto le ultime persone che hanno usato quegli oggetti e abitato questo Bunker, ma vi posso assicurare che quel luogo mi ha generato una grandissima inquietudine.

All’interno anche la Mercedes usata dal Presidente del Vietnam del Sud, Thieu. L’auto è stata collocata all’interno del Palazzo della Riunificazione il 30 aprile 1995, per il ventesimo anniversario della liberazione del Paese.

Ho Chi Min

NELLA PAGODA DELL’IMPERATORE DI GIADA

Usciamo dall’elegante zona di Dong Khoi solo una volta, destinazione la Pagoda dell’Imperatore di Giada. Guide ed Internet lo dipingevano come uno dei templi più ricchi della città, una sorta di piccolo paradiso di pace, con il suo cortile alberato e lo stagno, rifugio delle tartarughe…

Ho Chi Min

L’effetto che ci fa, soprattutto l’interno del tempio, è un tantino diverso… un solo aggettivo: cupo
All’interno delle diverse stanze che compongono il Tempio è proprio buio, il santuario principale è dominato dalla statua dell’Imperatore di Giada con attorno statue enormi in cartapesta di guardie-demoni dai volti terrificanti. Si tratta delle influenze delle credenze religiose tradizionali, nel Tam Giao, la triplice religione (in Vietnam le tre correnti religiose principali: Buddismo, Taoismo e Confucianesimo, sono legate).

Ho Chi Min

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Nella vita lavoro in un istituto di credito ma la mia vera passione è viaggiare. Soffro di mal d'Asia, amo la parte orientale del mondo e sono una visitatrice compulsiva di Chiese. Qui racconto le emozioni dei miei viaggi, quelle che mi fanno sorridere ogni giorno.

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