Chi non vorrebbe scoprire i misteri nascosti dei monumenti della sua città? San Petronio nel cuore di Piazza Maggiore, nasconde un meraviglioso sottotetto in legno originale e noi abbiamo avuto l’opportunità di visitarlo. L’aspetto negativo? Non sarà visibile per sempre. Tra pochi mesi non sarà più accessibile e ritornerà ad essere un segreto di Bologna.

SAN PETRONIO: LA BASILICA PIÙ AMATA DI BOLOGNA

San Petronio è la Basilica più importante di Bologna.
Molti non sanno che oltre a non essere la cattedrale della città, ruolo attribuito a San Pietro, è stata anche per più tempo un luogo civile piuttosto che religioso.
La costruzione venne infatti finanziata direttamente dai cittadini, tramite imposte comunali, e gli ecclesiastici non furono nemmeno interpellati. Qui si svolgevano dibattiti politici, assemblee comunali oltre che funzioni cattoliche.

Forse per questo motivo, o per contrapposizione alla posizione politica della città, indipendente rispetto allo Stato della Chiesa, la Basilica di San Petronio non venne consacrata fino al 900.
Questa sua posizione laica perdurò per vari secoli, sino al 1950 quando per mano del Cardianal Lercaro venne posta definitivamente al servizio di Dio.
Ma l’animo rivoluzionario perdura, San Petronio nasconde ancora una grande quantità di segreti.

Vista dal sottotetto di San Petronio Bologna

LA RISTRUTTURAZIONE DELLA BASILICA

Da ormai alcuni anni noi bolognesi siamo abituati a vedere San Petronio coperta dalle impalcature necessarie alla ristrutturazione.
Prima la facciata, che ha da poco ritrovato l’antico splendore dei marmi della parte inferiore.
Poi l’interno, con le cappelle e la navata centrale. Oggi ci si sta concentrando sul fronte absidale di Piazza Galvani.

LA TERRAZZA SU SAN PETRONIO

Ed è proprio da quest’ultima parte che è nata l’idea. L’Associazione Succede Solo a Bologna, che segue da anni la gestione delle visite in San Petronio, ha pensato di aprire l’accesso alla Terrazza sul tetto di San Petronio.
Una terrazza che nella realtà non esiste: è creata al culmine dei 57 metri di impalcatura per il recupero della parte superiore della Basilica.

Vista dal sottotetto di San Petronio Bologna

Con i suoi tetti rossi, le sue torri e i colli ad abbracciarla da sud, Bologna da lassù è ancora più splendida se possibile. Riuscire a salire all’orario del calar del sole vi permetterà di godere di uno spettacolo eccezionale.
Le rondini infatti si alzano nel cielo alla ricerca di cibo, i tetti si colorano d’oro e il sole cala, colorando tutto di rosa, dietro la Basilica di San Luca.

Ed è proprio dalla terrazza che si apre la minuscola finestrina che permette l’accesso al sottotetto di San Petronio.
Esatto, non è una porticina. Quando le impalcature verranno tolte, da qui non si potrà più accedere, così come al resto del sottotetto.

Vista dal sottotetto di San Petronio con Associazione Succede Solo a Bologna

DENTRO IL SOTTOTETTO DI SAN PETRONIO CON SUCCEDE SOLO A BOLOGNA

Già dall’ingresso i muri regalano una sorpresa. Ogni operaio che ha lavorato qui ha lasciato un segno sui muri del sottotetto di San Petronio. Ci sono scritte del 1920, ma anche graffiti successivi al 2000. Ognuno di loro ha voluto dire: io c’ero. Chissà chi leggerà queste scritte tra un centinaio di anni.

All’interno l’odore del legno colpisce l’olfatto prima che ci si renda conto della vastità di quella soffitta intricata di travi e pilastri. Non sembra vero, ma tutta quella struttura regge un enorme peso, distribuendolo perfettamente tra il centro e i lati. Un gravoso compito che svolge da oltre 600 anni.

SAN PETRONIO: UNA BASILICA VOLUTA DAL POPOLO

La prima parte del sottotetto che visitiamo è in realtà l’ultima parte della Basilica ad essere stata costruita.
Ci troviamo nella zona sovrastante l’altare maggiore, che in San Petronio è stato tra gli ultimi ad essere completato.
Ecco un’altra delle stranezze che riguardano la chiesa: se la maggioranza degli edifici sacri viene sviluppata a partire dal pulpito, qui a Bologna ci si è distinti decidendo di costruirlo per ultimo.

Questa Basilica è stata voluta dai cittadini bolognesi come edificio libero dai dettami della Chiesa. Un posto voluto dal popolo, per il popolo. Celebrativa delle cariche civili della città e non dei Santi cattolici: insomma un simbolo di una comunità indipendentista che ha sempre fatto fatica a piegarsi ai poteri forti.
Quanto è bello il carattere rivoluzionario della nostra bella Basilica!
E’ questo quello a cui ho pensato mentre ascoltavo Elena, la bravissima guida che ci ha narrato delle storie passate del sottotetto di San Petronio.

IL BOSCO DI SAN PETRONIO: TRAVI CON 500 ANNI DI STORIA

Abbiamo cominciato ad avanzare sulla passerella che attraversa in verticale l’intero sottotetto di San Petronio. Ogni metro una trave, ogni trave un intero abete proveniente dall’Appennino. Dopotutto chiamano questo posto il Bosco di San Petronio e per farlo devono aver davvero disboscato un’area enorme.

Sottotetto di San Petronio

Dopo secoli quelle travi sono ancora lì, sicure e forti a sorreggere un peso impensabile.
Quelle più antiche, verso la parte finale si riconoscono subito. Il legno qui ha subito tantissimi cambiamenti: si è mosso, assestato, ha resistito a terremoti, ma è sempre lì.
Le parti più vicine alla zona dell’abside sono di epoche successive ma non per questo meno suggestive.

Bisogna anche pensare che in passato questa struttura era visibile sopra la Basilica, quando le volte dovevano essere ancora costruite e la facciata completata.

DIETRO LE QUINTE DI UNA BASILICA ANTICHISSIMA

Ogni tanto spunta qualche scala, che sembra sparire verso il basso. Qualcuna porta direttamente nella navata centrale, altre sono l’accesso a zone private. Una fra tutte è quella che porta alla stanza che ospita la famosissima meridiana di Cassini. Un capolavoro di ingegneria e di calcolo astronomico.

Si possono notare anche alcuni argani, originali di secoli fa. Sono stati usati in caso di celebrazioni religiose, dibattiti e persino incoronazioni. Dopotutto questo era un tempio civile e di stemmi laici se ne potevano appendere senza problemi.

Visita al sottotetto di San Petronio Bologna

Ultime ma non per importanza le corde. Sono quelle originali fatte della canapa che diede ricchezza ai commercianti di Bologna. Dicevano che fossero le migliori al mondo, lavorate grazie ai mulini presenti nei mille canali della città e poi fatte arrivare in tutto il mondo.
Si dice che gli eserciti bolognesi fossero in grado di vincere molte battaglie proprio grazie alla netta superiorità del loro cordame.

Arriviamo al termine della visita e quel che ci sorprende è il silenzio che ha accompagnato quest’ora all’interno del tetto più bello di Bologna.
Una pace profonda ma strana se si pensa che siamo nel bel mezzo di Piazza Maggiore gremita di persone.
Ritornando sulla terrazza il sole sta definitivamente calando e le prime luci si iniziano ad accendere tra le finestre dei palazzi. Una bellissima atmosfera.

SAN PETRONIO COME NOTRE DAME: L’ULTIMA EREDITA’ ARTISTICA

“Spento tutte le luci?”. La domanda sorge spontanea, soprattutto all’indomani di una tragedia così importante come quella che ha colpito Notre Dame. Una perdita profonda per l’arte, un incidente che potrebbe avvenire ovunque. Anche qui, in un sottotetto che con la Chiesa di Parigi ha numerosissime similitudini e che forse è rimasto l’ultimo al mondo così ben conservato.

Siamo molto contenti di aver potuto visitare il sottotetto di San Petronio, soprattutto considerando che un domani non sarà più accessibile.
Noi potremo dire di averlo visto e conserveremo felicemente questo ricordo. E vi consigliamo di pensare davvero ad andarci anche voi.

Bologna

SUCCEDE SOLO A BOLOGNA: L’ASSOCIAZIONE CHE AIUTA I MONUMENTI

L’Associazione Succede Solo a Bologna si occupa di visite guidate sulla maggior parte dei monumenti della città emiliana.
Su San Petronio organizza, oltre al tour della Basilica, anche questa visita al sottotetto per un massimo di 25 persone alla volta con l’accesso alla Terrazza. Quest’ultima esperienza può anche essere fatto solo per godersi un aperitivo con vista sulla città. Sul sito si trovano tutte le date e gli orari.

Il ricavato delle visite contribuisce ai lavori di restauro e di conservazione di ogni singolo monumento. Lo scopo è quello di prendersene cura per incentivare il turismo su Bologna e provincia. E sapete che noi amiamo così tanto la nostra città da sostenere sempre questo tipo di iniziative.
Per saperne di più vi consigliamo di visitare il loro sito e di accedere all’area Monument Care.


Per le prenotazioni e i tour guidati potete contattare direttamente:

ELENA SELMO – cell. 366.2432070 – elena.selmo@succedesoloabologna.it

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Bolognese doc, amante della musica rock, gattara da tutta la vita e innamorata del mare in tutte le sue forme. Dopotutto sono un segno d'acqua e come tale combatto da sempre tra il desiderio di scoprire il mondo e il bisogno di stabilità. Mete preferite? Gli Stati Uniti e il Nord Europa. Rigorosamente on the road.

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