Quando mi trovo in una città sconosciuta mi piace puntare il naso verso i cartelli che adornano i muri agli angoli delle vie. Avete mai notato quanti nomi strani, ridicoli a volte persino offensivi hanno le strade delle città’?

Pensate a Roma: nel quartiere della moda, proprio a partire da Scalinata di Spagna, si susseguono nomi davvero particolari.
Via del Babuino per esempio, (si proprio con una sola B) che pare derivare dal nomignolo dato ad una statua di un Sileno collocata lì e così brutta da sembrare una rappresentazione di una scimmia (e quindi in romanesco… er babuino..). Ma anche via del gambero, del bufalo, del tritone… le loro storie non le conosco ma non vi tengo nascosto che mi piacerebbe saperne di più!

E dunque ho pensato… ma a Bologna che strade dai nomi strani abbiamo?
E ce ne sono, a pensarci bene, con storie interessanti!
Quindi eccovi qui un divertente elenco!

Via dell’Inferno

bologna

Partiamo dal ghetto ebraico della città, che restò tale in realtà per sole due decadi nel mezzo del 1500, ma che testimonia la presenza dei giudei nella Bologna più antica.
Via dell’Inferno è il principale dei vicoli intersecati a dedalo di questa zona. Molti pensano che questa sia il posto in cui è più facile perdersi ed infatti potreste non capire che direzione state prendendo.
Ma perché dell’Inferno? Innanzitutto la via non è mai raggiunta dal sole, per colpa dei palazzi che la sovrastano, e naturalmente ciò la rendeva una delle zone più malfamate del medioevo. Non soltanto poco raccomandabile ma anche nauseabonda: da qui passava il canale nel quale erano gettati gli scarti del mercato…

Via dal Luzzo

bologna

Anche noi abbiamo animali nella toponomastica!! Nel bel mezzo della via, che collega le due Torri a Santo Stefano, troverete un luccio scolpito nella muratura dei palazzi storici. In realtà più semplicemente il nome si deve alla famiglia Dal Luzzo, poi ricordata con la raffigurazione.
Piccola curiosità: nella via è presente Palazzo Lupari, dentro al quale è aperto un negozio di arredamento (per non far pubblicità… è Roche Bobois…). Bene, se entrate, noterete pavimentazioni trasparenti che permettono di vedere camminamenti romani della vecchia via Emilia. E’ un luogo di vendita ma avendo interessi storici all’interno l’entrata è possibile anche per vedere soltanto i reperti.

Le vie degli antichi artigiani

In pieno centro storico, dove in passato sorgeva il grande mercato di mezzo (oggi decisamente più ridotto) i nomi delle strade ricordano le lavorazioni che venivano svolte. Da via Calzolerie, via degli Orefici, delle Pescherie Vecchie, Drapperie… facilmente comprensibili… a via Caprarie, antico nome dei macellai e degli Artieri, artigiani addetti alla carta.

Angolo della Morte

Si trova tra il Portico del Pavaglione (in via dell’Archiginnasio) e via de’ Musei (quella che collega la buca di San Petronio). E’ uno degli angoli più famosi di Bologna, anche per la presenza della storica libreria Nanni e della farmacia ancora oggi da molti nominata Farmacia della Morte.
A primo acchito verrebbe da dire: “… poco rassicurante chiedere aiuto ad una farmacia con quel nome…”.
In realtà esso deriva dall’antico Ospedale di Santa Maria della Vita e della Morte, costruito volutamente a fianco di San Petronio. Proprio dall’entrata dell’antica spezieria si accedeva alla parte destinata ad infermi e pazienti in fin di vita, quindi alla parte in cui vinceva la morte sulla vita.
Piccola curiosità: il portico del Pavaglione ha questo nome in virtù dei mercanti francesi di bachi da seta che usavano ripararsi dal sole sotto ai loro “pavillons”.

Angolo dei cretini

Altro angolo di portico, pochi metri dopo, alla fine del Pavaglione proprio all’intersezione con via Rizzoli.
Questo è il luogo in cui in passato si trovavano tutti i ragazzi scansafatiche, senza lavoro e attenti soltanto a fischiare dietro alle donne che passavano. Per questo nell’immaginario popolare era il posto dei nullafacenti
Molti poeti bolognesi hanno scritto di questo posto, nominandolo di cretén o d’inbezéll (cretini o imbecilli).

Via Senzanome

bologna

Forse la via dalla storia più caratteristica. Si trova tra via Saragozza e via Nosadella e ha cambiato tantissimi nomi nel tempo. Nata come via Sfregatette, perché era tanto stretta che a passarci le donne sfregavano il petto l’una con l’altra, passò a chiamarsi via Sozzonome, forse per celare quel primo nome o per il fatto che ospitasse azioni di dubbia onestà.
Vero è che nella parte finale il portico arriva ad essere il più stretto ed angusto della città. Altri ritengono derivi dal nome impronunciabile ed offensivo di una famiglia che dovette essere riabilitato in Senzanome, come oggi noi la conosciamo.

Ma esistono anche….

Via Malcontenti

La strada che affianca la ben più famosa via dell’Indipendenza, così chiamata in quanto era percorsa dai condannati al patibolo, naturalmente disperati per la fine che li attendeva.

Via Malpertuso

Una via appena fuori dalle mura che collega Saragozza al viale principale. Venne così chiamata per via del pertugio che vi si trovava e nel quale era poco agevole nascondersi durante gli attacchi della città. Oggi questo buco è stato murato ma molte notizie compaiono negli scritti bolognesi dei secoli passati.

Via Battibecco

bologna

Anche di questa strada le notizie non sono certe. Oltre alla derivazione dal ciacolare delle donne che passavano per di qui durante le ore del mattino, alcuni associano il nome al rumore dei becchi dei polli, probabilmente venduti proprio in questa zona, che sbattevano contro le gabbie di metallo. Incerta l’etimologia ma ancora esistente il nome.
Lungo la via si trova un’antica osteria omonima, ancora oggi considerata una delle più buone della città.

Via Rialto – Fiaccalcollo

Questa strada era edificata sul fiume che proveniva dal Savena e ancora oggi si biforca in due diramazioni. Unisce via Santo Stefano a via Castiglione.
La parte in discesa era la Fiaccalcollo, perché il fiume scorreva veloce e l’acqua a rompicollo; quella in salita era la Rialto (che nulla ha a che fare con il ponte veneziano), così chiamata perchè il fiume lo si osservava più alto della strada, dunque “rio alto“.

Queste erano le dieci vie più strambe della mia città! Siete bolognesi anche voi? Ne conoscete delle altre? Oppure raccontatemi le storie di quelle delle vostre città.

Author

Bolognese doc, amante della musica rock, gattara da tutta la vita e innamorata del mare in tutte le sue forme. Dopotutto sono un segno d'acqua e come tale combatto da sempre tra il desiderio di scoprire il mondo e il bisogno di stabilità. Mete preferite? Gli Stati Uniti e il Nord Europa. Rigorosamente on the road.

Scrivi un commento